| PIAVE: Belluno e Treviso   | DRAVA: Dobbiaco e Wörthersee  
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Scheda n. Descrizione Località Siti collegati
28 Codissago Castellavazzo 43 - 60 - 132
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Il Piave a Codissago. In basso a destra si intravedono i resti delle roste delle segherie Malcolm. Sullo sfondo la rocca
di Castellavazzo (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell'Acqua)
Veduta dell'area dove sorgeva il porto di Codissago (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell'Acqua) L'ingresso del museo degli Zattieri del Piave (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell'Acqua)

  • Descrizione
  • Come arrivare
  • Approfondimento
  • Bibliografia

Oltrepassando il Piave a Castellavazzo, è possibile visitare l’unico museo in Italia che tratti l’argomento del trasporto su zattera ovvero il Museo etnografico degli Zattieri del Piave (60 SE) di Codissago, sede del Centro studi internazionale sulla zattera e della “Fameja dei zater e menadas” che lo gestisce. Davanti al museo è stata riposizionata un’antica segheria alla veneziana recuperata in Centro Cadore. Nell’ambito di questa attività, Codissago era un centro di grande rilevanza dal momento che nelle vicinanze dell’abitato sorgevano edifici per il deposito e la lavorazione del legname e la zona portuale. Quasi tutte le strutture sono andate perdute e rimangono soltanto i resti degli sbarramenti (roste) in corrispondenza del ponte che collega Codissago con Castellavazzo. Verso sud, allo sbocco del torrente Vajont, sono ancora attivi dei moderni impianti di segagione.

Il Museo si trova a Codissago, frazione di Castellavazzo, a circa 6 km. dall’autostrada A23, sulla sponda sinistra del Piave, di fronte a Longarone.

ACCESSIBILE: si
COMUNE DI: Castellavazzo
LOCALITÀ: Codissago
COORDINATE GEOGRAFICHE: X 1755110 – Y 5130085
PROVINCIA: BL

COMPILATORE DELLA SCHEDA: Barp/Bonato

Il moderno edificio del Parco Tecnologico di Castellavazzo (132 AC), costruito su un’area pianeggiante in prossimità dell’alveo destro del Piave, è composto da tre gusci in materiale metallico rigido che racchiudono le strutture leggere in legno e vetro,  orientate verso l’acqua. Il Parco, nato per essere sede di laboratori, uffici e sala polifunzionale è dotato di infrastrutture di telecomunicazione di alto livello qualitativo e tecnologico e utilizza come fonte energetica principale un impianto a pompa di calore geotermico con integrazione a gas. Il progetto del Parco scientifico è strutturato per accogliere aziende specializzate ed enti di ricerca attivi nei settori delle tecnologie ambientali. Dal punto di vista funzionale le strutture del Parco sono organizzate su tre nuclei: un centro base per i servizi collettivi (reception, uffici di direzione, sala convegni, aule di formazione) e due ali organizzate su altrettanti livelli per un totale di 8 cellule di 65 mq. per l’insediamento di nuove imprese o nuclei decentrati di enti di ricerca.

P. Lazzarin, B. Miot, G. David, Sentieri facili, Belluno 2008
G. Caniato, La via del fiume dalle Dolomiti a Venezia, Verona 1993
A.A.V.V., I manufatti e le aggregazioni rurali nella Comunità Montana Cadore-Longaronese-Zoldano, Belluno 1984