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Sito n. Descrizione Località file PDF
51 Segheria Cunettone Santo Stefano  
Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 3)  
 
Area dell’ex segheria vista da Cunettone. Foto: Archivio Centro Civiltà dell’Acqua   Tracce della roggia a Campolongo (più a nord). Foto: Archivio Centro Civiltà dell’Acqua

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/ manufatto

Opifici idraulici sul Piave (ex Segheria De Zolt)

Tipologia sito:

Area di interesse naturalistico-etnografico ricreativo

Localizzazione (Comune, Prov):

Santo Stefano – località Mas, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1774074 - Y: 5163058

Periodo di realizzazione:

XIX-XX secolo probabilmente

Progettista:

Sconosciuto

Committenza:

Famiglia De Zolt

Destinazione originaria:

Segheria

Destinazione attuale:

Nessuna

Accessibilità:

Si accede alla zona dalla strada comunale per Campolongo sulla sinistra Piave, da imboccare all’altezza del secondo ponte di via Lungopiave oppure è visibile dalla Borgata Cunettone (prima del capitello), posta sulla parallela strada provinciale che da Santo Stefano porta a Campolongo e poi a Sappada.

Contatto per la visita:

Libero accesso all’area, oggi campo di calcio su prato. Il terreno è in parte di proprietà della Regola di Campolongo e in parte della Famiglia De Zolt.

CONTESTO AREALE DI RIFERIMENTO

Relazione degli edifici
con il contesto di bacino:

-

ARCHITETTURE PECULIARI PER LA LORO RELAZIONE FUNZIONALE CON L’ACQUA

Caratteristiche edilizie
inerenti l’uso dell’acqua

-

Stato attuale:

Non rimangono tracce del manufatto

Restauri e compromissioni
significative:

Manufatto distrutto dall’alluvione del 1966

Categoria/parole chiave

Opifici idraulici / Paesaggi scenici

Fonti:

Orali (Sig. Guido Buzzo tel. 0435 62523)

Archivi:

Per approfondimenti controllare eventualmente nell’Archivio Comunale di Santo Stefano di Cadore e prendere visione delle foto aeree fatte durante la Seconda Guerra mondiale, in possesso di privati.

Bibliografia:

L’argomento non è mai stato oggetto di studi e non esiste bibliografia specifica.

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Dalle foto aeree scattate durante la Seconda Guerra mondiale dai Tedeschi sappiamo che la zona e la segheria della famiglia De Zolt, di cui si sa poco o nulla, era tenuta d’occhio per motivi strategici.
Un ponte privato, non più esistente, univa la segheria sulla riva sinistra del Piave alla Borgata Cunettone sulla riva destra.

Descrizione del contesto
di riferimento:

La segheria si trovava sulla sinistra orografica del fiume Piave, poco più a nord dell’attuale “Campeggio Comelico” e della Cabina primaria dell’Enel.
Attualmente, sul luogo del manufatto, è visibile un campo da calcio in disuso, appena sotto la  zona edificata con recenti villette.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

A Santo Stefano, poco più a sud, si trovava, fino alla Seconda Guerra mondiale, la grande Segheria Feltrinelli sul luogo delle attuali scuole elementari; sul torrente Frison (affluente del Piave) a Campolongo c’era un mulino e un opificio appartenente alla Regola di Campolongo, lambito dal Piave. Sul torrente Padola – altro importante affluente del Piave – c’erano altre segherie e opifici idraulici.
A Campolongo, sulla curva vicino al Cimitero, laddove il letto del Fiume si restringe, sono visibili tracce di una roggia in legno e cemento.
Sul confine tra Comelico e Sappada si trova l’Orrido dell’Acquatona dove c’era fino al 1953 un grosso masso inciso ora caduto nel Piave. L’iscrizione ricorda l’apertura della strada nel 1762: VIA HANC AD UTINA TIROLIS USQUE CONFINIA / PASSUM MILIA LXX / CURRIBUS ANTEHAC INACCESSIBILEM / ALLOYSIUS MOCENIGO P.F.I. PRAESES / MODICIS SIMPTIBUS BREVIORI TEMPORE / STRAVIT DECORAVITQUE AGGERIBUS MUNIVIT / PONTIBUS XXX QUA LAPIDEIS QUA SUBLICTIS / JUNXIT / ANNO SALUTIS MDCCLXII (Luigi Mocenigo, Luogotenente del Friuli aprì con modica spesa ed in breve tempo questa strada, una volta inaccessibile ai carri, lunga 70.000 passi, da Udine fino ai confini tirolesi; la armò, la fortificò e la congiunse con 30 ponti parte in pietra, parte in legno. Anno 1762.

Commenti/note

Il manufatto non è stato preso in considerazione nella corposa tesi di Laurea in architettura di Caterina Dal Mas e Carla De Angelis “Cadore: museo e territorio” 1997, in quanto edificio non più esistente.

Compilatore della scheda

Letizia Lonzi