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Sito n. Descrizione Località file PDF
182 Abbazia di Santa Maria Sanavalle di Follina Follina  
Architetture Storico Artistiche (ASA) (vedi scheda n. 86)  
 
Facciata dell’abbazia. Foto: https://www.magicoveneto.it/Trevisan/Follina/Follina-Abbazia-Santa-Maria-Photo-Gallery.htm   Chiostro dell’abbazia. Foto: https://www.magicoveneto.it/Trevisan/Follina/Follina-Abbazia-Santa-Maria-Photo-Gallery.htm

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Abbazia di Santa Maria Sanavalle di Follina

Tipo edilizio:

La grande Abbazia è costituita dalla chiesa ora basilica, dalla torre campanaria e dal grande chiostro romanico attorno al quale si sviluppano gli annessi per la vita monastica.

Localizzazione (Comune, Prov):

Follina, TV, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1741683 - Y: 5093670

Anno di realizzazione:

La costruzione dell’attuale Basilica è comunemente datata 1305- 1335, come riportato negli Annali Camaldolesi, ma andrebbe riferita a rialzamenti dell'edificio, all'erezione dell'attuale facciata o a modifiche della stessa. La Torre campanaria è presumibilmente stata edificata nei primi anni del trecento. Il chiostro romanico fu terminato nel 1268 come attesta una lapide murata sulla parete d’ingresso che porta alla chiesa. Nel 1535 fu costruita un'ala conventuale che s’innesta nella parte orientale del chiostro, precisamente nella parte destra del refettorio e prosegue ad angolo retto verso oriente. Anche questa costruzione è testimoniata da una lapide posta nella parte occidentale esterna del porticato.

Progettista:

Anonimi, forse per la basilica sono intervenute delle maestranze francesi.

Committenza:

La costruzione della basilica nelle forme attuali avvenne tra 1305 con l’abate Gualtiero da Lodi e il 1335 con l’abate Nordio di Treviso. Il chiostro fu compiuto nel 1268 sotto l'abate Tarino per opera dei fratelli Arnaldo ed Andrea e dei maestri Zacaria e Armando. L’ampliamento del chiostro avvenne nel 1535 sotto l'abate commendatario Livio Podacattaro.

Destinazione originaria:

Monastero prima benedettino poi cistercense fino al XV secolo quando perdette l’autonomia per volere della Serenissima.

Destinazione attuale:

Nel 1915 vennero inviati a Follina dal vescovo di Ceneda i Servi di Maria. Ancora oggi l’abbazia è un centro religioso.

Accessibilità:

L’Abbazia di Follina è visitabile tutti i giorni dalle ore 7.00 alle 12.00 e dalle ore 14.30 alle 19.00; non è permessa l’entrata in basilica con gruppi di visita durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Per ulteriori informazioni e visite guidate al complesso abbaziale è possibile contattare i padri dell’Abbazia al tel. 0438-970231.

Contatto per la visita:

Per visite guidate al complesso abbaziale contattare i padri dell’Abbazia al tel. 0438-970231.

Pianta

La chiesa è a croce latina, orientata con la facciata ad ovest e il coro ad oriente, ha tre navate e cinque arcate. Il campanile eretto sopra la cappella laterale destra interrompe il transetto meridionale. La Basilica è lunga 45 metri, larga 20 metri e alta 16. Il chiostro ha la forma di un quadrilatero irregolare di circa 25 metri per lato.

Tecnica Muraria

La facciata della chiesa è in pietra, mentre le mura perimetrali sono costruite con la tecnica del mattone e della pietra a vista anche se per la maggior parte la chiesa è in pietra. Il campanile invece è costruito nella parte bassa in pietra, mentre in quella superiore è in mattoni. L’intero complesso comunque si avvale della tecnica mista del mattone e della pietra. Alcuni parti soprattutto quelle interne sono intonacate.

Solai

Il solaio della chiesa/basilica è stato ricostruito dopo la prima guerra mondiale perché danneggiato da una bomba.

Coperture/decorazione terminale

Tutti i tetti sono coperti da tegole in laterizio (in particolare coppi in laterizio a stampo curvo).

Pavimenti

La maggior parte dei pavimenti è in pietra, sugli esterni a volte la pietra è alternata al pavimento in sasso.

Scale

La scalinata di ingresso alla chiesa consta di due rampe che coprono un dislivello di molti metri e che conferiscono alla facciata una maggiore grandiosità e un grande impatto scenico.

Arredi interni

All’interno della basilica sono da segnalare: la grande ancona (pala d’altare) lignea di stile neogotico costruita da maestranze veneziane nel 1921, copia perfetta dell’originale presente nella chiesa di S. Zaccaria di Venezia. Essa accoglie la statua in arenaria della Madonna del Sacro Calice molto venerata dai fedeli e sulla cui provenienza molto è stato detto e scritto ma di certo non v’è niente. Nella parete della navata laterale destra c’è un affresco raffigurante una Madonna tra due Santi e Donatore che riporta la data del 1507. L'affresco, già attribuito al Pordenone, sembra che sia opera di Francesco da Milano molto attivo in alcune chiese della zona (Soligo, Vittorio Veneto). Sempre in questa navata c’è un crocefisso ligneo del XVII secolo. Nella navata laterale sinistra, all'altezza della seconda campata, ci sono tracce di un affresco raffigurante S. Tommaso d'Aquino con in mano un libro. Nel transetto, sopra l’arco trionfale, ci sono due fasce di affreschi databili all’inizio del ‘300 riemersi durante i restauri del 1919.

Decorazioni / Iscrizioni

Lungo tutta la chiesa, corre, sotto il tetto, un fregio ad archetti un po' acuti (archetti pensili). Sotto il tetto delle navate laterali corre un fregio a piccoli listelli, il corpo centrale, corrispondente alla navata maggiore. La facciata in stile romanico con ingerenze gotiche è composta da linee semplici. Ci sono molte aperture che interrompono la linearità della facciata: al centro c'è il portale cuspidato in pietra con sotto un arco a tutto sesto. Ai lati ci sono due sottili colonne. Attorno all'arco corre un fregio a piccoli rombi che si ripete anche nel grande rosone al centro della facciata. Nella lunetta del portale si può intravvedere un affresco molto rovinato che raffigura Maria in trono con il Bambino e santi. La pittura per lo stile potrebbe essere del secolo XV.
Ai lati ci sono due portali molto più piccoli probabilmente aperti in un secondo momento. Il campanile invece è in puro stile romanico e all’ultimo piano la cella campanaria si apre in bifore. Nel XVII secolo venne inserito sul lato sud un orologio. Il chiostro è costituito da un semplice muretto su cui poggiano esili colonne di pietra, tutte con capitelli di varie forme, sopra i quali ci sono pulmini rastremati verso l'alto che formano degli archi a pieno centro. Al centro del chiostro è posizionata una vasca di marmo che probabilmente fungeva da fonte battesimale.

Stato attuale:

L’intero complesso si trova in buono stato

Restauri e compromissioni
significative:

Sono stati eseguiti molti restauri. Tra questi si deve menzionare il restauro del 1919-1922 dopo la prima Guerra Mondiale che permise di rifare il tetto della Basilica e di compiere molte ricerche ed escavazioni che hanno fatto luce su molti aspetti oscuri di questa mitica abbazia.

Categoria/parole chiave

Abbazia Cistercense / Fiume Soligo / Lavorazione della lana

Fonti:

Edite

Archivi:

Biblioteca comunale di Trebaseleghe
Biblioteca comunale di Castelfranco Veneto

Bibliografia:

AA. VV., Il progetto di restauro e ricostruzione del chiostro dell’abbazia Cistercense Santa Maria di Follina dell’architetto Giuseppe Torres, Treviso 1997
F. Burbello, Abbazia Cistercense Santa Maria di Sanavalle di Follina, Canova, Dosson, 1997
G. Mazzotti, Treviso. Piave-Grappa-Montello, Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto 2007, 1938
C. Rubini, E. Cipriani, Escursioni nell'Alto trevigiano. 32 itinerari, Cierre, Verona 1994
G.M. Todescato, Abbazia di Santa Maria di Follina, Edizione Servi di Maria, Follina, 2007
https://it.wikipedia.org/wiki/Valmareno_(Follina)
www.comune.follina.tv.it

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

L'abbazia di Follina è ricordata per la prima volta in un documento del 1127. Tra le varie ipotesi della sua fondazione una delle più accreditate vede, tra l’800 e il 1000, alcuni monaci dell’ordine di San Benedetto di Verona installarsi in questa valle e organizzare un centro monastico. Secondo alcune fonti, nella metà del sec. XII a Follina arrivò una comunità dell'Ordine Cistercense proveniente da Milano; altre fonti dicono che i monaci benedettini hanno voluto passare all'Ordine Cistercense, altre che hanno lasciato Follina e sono stati sostituiti dai cistercensi, fatto non infrequente in quegli anni, nei quali i monaci Cistercensi di Chiaravalle fondarono molte abbazie in Italia. Il tutto rientra nella politica Cistercense detta della “filiazione” con a capo l’abbazia madre di Citeaux in Francia. Il paese è ancora debitore a questi monaci. Infatti, oltre alla ricchezza che produssero, hanno inciso nella toponomastica del sito e dell’abbazia: grazie alle opere di bonifica che essi stessi fecero e che resero il paesaggio piacevole e l’aria pura, l’abbazia fu battezzata “Sanavalle” che deriva da Sana-Vallis, o Sana Valle, ad indicare un luogo particolarmente fertile che avevano reso tale i monaci i quali erano soliti scegliere luoghi insalubri da bonificare perché il principio di base era  quello di creare dal caos un luogo abitabile,con il proprio lavoro; inoltre i monaci grazie anche all’abbondanza di acqua nella zona si specializzarono  nella lavorazione della lana, in particolare il processo di “follatura”, originò il nome “Follina”. La toponomastica collegata alla lavorazione della lana ha dato vita a molti siti lungo il corso del Piave che nel nome la ricordano come Follo nel comune di Mel (vedi sito 35) o la zona del Fol a Belluno (vedi sito 5). Questo monastero fu protetto per secoli da una grande famiglia, i Da Camino, che, in qualità di benefattori, fecero costantemente donazioni, tra cui i vasti territori circostanti. I secoli di maggior splendore per l'abbazia furono il XII, XIII, XIV fino a quando l’abbazia rimase indipendente. Infatti con l’arrivo della Serenissima, la repubblica chiese ed ottenne la soppressione dei Cistercensi dell’abbazia di Follina nel 1448 poiché secondo Venezia il loro legame con Chiaravalle di Milano e con Citeaux in Francia era un elemento di disturbo all’interno del territorio Veneziano e si collegava con i nemici storici della Serenissima e cioè la Francia e la Milano dei Visconti e degli Sforza.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Follina e l’abbazia si trovano in una valle a meridione delle Prealpi bellunesi detta “Val Mareno”. Il toponimo di Valsana è da riferirsi solamente alla zona dove si installarono i monaci Cistercensi e che corrisponde alla porzione di territorio che afferiva al monastero di S. Maria, grossomodo l’attuale abitato di Follina i cui confini sono: a Est, il torrente Marèn; a Ovest, il fiume Follina; a nord il Monte Pianèzze; a Sud, le località: Tre Ponti e Fornasètte, nei pressi delle quali i monaci colonizzatori praticarono una profonda incisione che permise alle acque dei fiumi Sòligo e Follina di refluire liberando dall’impaludamento le terre intorno al piccolo colle ove sorge il monastero di S. Maria.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Vicino a Follina si trovano due piccoli borghi medioevali: Campea e Premaor. Sono poco distanti dal centro di Follina quindi chi volesse può visitarli facendo una passeggiata che non presenta particolari difficoltà e che  permette di vedere questa valle con occhi diversi soprattutto in alcune zone dove si passa in parte tra boschi di castagni miste ad acacie e carpini e in parte fra vigneti di Verdisco e Prosecco. Poco lontano da Follina a Cison di Valmarino si può visitare il castello di Costa o dei conti Brandolini detto Castelbrando. Tra il XVI e il XVIII secolo la famiglia dei Brandolini lo trasformò in un palazzo signorile seguendo lo stile delle ville venete che si stava diffondendo in terraferma.

Commenti/note

L’abbazia di Follina è unica nel contesto del territorio veneto per la presenza dei monaci Cistercensi. Per visitarla si consiglia di controllare gli orari delle funzioni religiose e servirsi eventualmente di una guida poiché le stratificazioni e la storia di questo luogo sono fortemente evocativi. L’itinerario lungo il fiume Soligo è sicuramente uno dei più belli che si possono fare nelle vicinanze del fiume Piave.

Compilatore della scheda

Francesco Visentin / Francesco Vallerani