| PIAVE: Belluno e Treviso   | DRAVA: Dobbiaco e Wörthersee      
    SITO: <precedente - successivo>
Sito n. Descrizione Località file PDF
35 Località Fol Mel  
Architetture Storico Artistiche (ASA) - Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 68)  
Facciata della Chiesetta di San Gottardo (Foto: Francesco Visentin - Archivio Fotografico Civiltà dell’Acqua) Retro di una delle case più antiche di Fol (Foto: Francesco Visentin - Archivio Fotografico Civiltà dell’Acqua) Facciata della stessa casa (Foto: Francesco Visentin - Archivio Fotografico Civiltà dell’Acqua)

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Contesto
  • Arch. peculiari
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Località Fol (Follo)

Tipo edilizio:

In riva al torrente Terchie si è formata una borgata di case quattrocentesche con chiesa intitolata a San Gottardo e a Santa Maddalena.

Localizzazione (Comune, Prov):

Follo (Fol) nel comune di Mel, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1737469 - Y: 5105184

Anno di realizzazione:

La chiesa di San Gottardo è del XV secolo, attestata da un’iscrizione chiaramente leggibile con la data “1477 die 19 Iulii”. Gli edifici più antichi del borgo sono quattrocenteschi.

Progettista:

-

Committenza:

Privata - religiosa

Destinazione originaria:

Il borgo era nato in questo luogo per sfruttare le acque del torrente Terchie e ricavarne energia idraulica, ma soprattutto per la ricchezza d’acqua della zona necessaria per la lavorazione della lana.

Destinazione attuale:

Abitativo, zona residenziale.

Accessibilità:

Località Follo è vicina al centro di Mel. Prendendo la SP1 in direzione Lentiai si trovano le indicazioni dopo circa due chilometri dal centro di Mel.
Libero accesso. La chiesetta di San Gottardo la si può trovare chiusa.

Contatto per la visita:

Libero accesso. Per vedere la chiesetta di San Gottardo contattare il comune o il parroco di Mel.

Pianta

La chiesa di San Gottardo è ad unica navata a pianta rettangolare. Ha un solo ingresso e in facciata presentava un dipinto ormai scomparso del quale si legge solo la data di realizzazione (1477). Dalla facciata si stacca il piccolo campaniletto, che sembra quasi confondersi con i camini degli altri edifici rustici. Le case quattrocentesche del Fol, sono edificate su due piani con granaio, e presentano in alcuni casi dei ballatoi in legno.

Tecnica Muraria

La chiesa aveva un tempo un San Cristoro in facciata, ma conserva al suo interno un dipinto murario restaurato nel 1973 che presenta una serie di otto Santi dipinti in serie in piedi, uno di fianco all’altro, divisi solo da fragili colonnine di un’architettura che serve a ciascuna figura da cornice. Da segnalare un antico altare del XVII secolo con un palliotto in cuoio raffigurante San Gottardo.
Alcuni edifici antichi del Fol hanno mantenuto la tecnica costruttiva della pietra a vista, anche se molti sono stati intonacati.

Solai

Non è concesso l’accesso agli edifici essendo ad esclusivamente ad uso privato – residenziale. La chiesa presenta un solaio in legno.

Coperture

Tutte le coperture hanno subito dei rimaneggiamenti e sono quindi moderne, costituite da tegole in laterizio, compresa la chiesa.

Pavimenti

Accesso a esclusivo uso privato – residenziale

Scale

-

Arredi interni

-

Decorazioni

-

CONTESTO AREALE DI RIFERIMENTO

Relazione degli edifici
con il contesto fluviale:

La nascita del piccolo borgo in questo contesto, e in particolar modo la vicinanza del torrente Terchie, è strettamente legata al probabile utilizzo da parte della comunità di piccoli opifici per la lavorazione della lana, ma soprattutto alla ricchezza d’acqua della zona, necessaria per il processo di infeltrimento della lana.

ARCHITETTURE PECULIARI PER LA LORO RELAZIONE FUNZIONALE CON L’ACQUA

Caratteristiche edilizie
inerenti l’uso dell’acqua:

Degli opifici e delle ruote che azionavano questi congegni non è rimasta alcuna traccia. La caratteristica più evidente sta nel nome del borgo che quasi certifica la lavorazione della lana (Follo, da “follatura” cioè il processo di compattamento del tessuto).

Stato attuale:

La chiesa del San Gottardo è in buone condizioni anche se l’affresco esterno non è praticamente più visibile, la struttura e gli interni sono solidi. Nel piccolo borgo vi sono alcune case che portano i segni del tempo e sono ben conservate nel loro complesso, sia storicamente che strutturalmente.

Restauri e compromissioni
significative:

Alcune case sono state restaurate, perdendo così la loro caratterizzazione originale. Ci sono due complessi che hanno mantenuto la tipologia edilizia, in particolar modo l’edificio che si trova a circa 100 metri dalla chiesa di San Gottardo, subito visibile dalla strada appena si entra nel borgo.

Categoria/parole chiave

Lavorazione della Lana / Chiesa antica /Tipologia edilizia caratteristica

Fonti:

Edite

Archivi:

Biblioteca comunale di Limana
Biblioteca comunale di Feltre

Bibliografia:

Sauro Francescon e Nino Sartori, Mel, nella storia e nell’arte, Tipografia Piave, Belluno 1982.
Sauro Francesco e Nino Sartori, Mel: storia e leggende, arte e usanze, Tipografia Piave, Belluno 1991.

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Il piccolo borgo del Follo è una delle zone più caratteristiche del comune di Mel. Si trova a poca distanza dal centro del paese ed è facilmente raggiungibile. La sua particolare collocazione lo mette immediatamente in dialogo con l’acqua e in particolar modo con il torrente Terchie, che poco più a valle confluisce nel fiume Piave. Appena entrati nel borgo abitativo si incontra la chiesetta dedicata a San Gottardo e santa Maria Maddalena. L’edificio a navata unica presentava in facciata un dipinto che raffigurava un San Cristoforo. L’affresco ormai è totalmente scomparso, anche se è rimasta ben leggibile la data “1477 die 19 Iulli”. All’interno della chiesa, sul muro di sinistra, sono ben visibili una originale Crocifissione e otto santi (Sebastiano, Donato o Tiziano, Lorenzo, Antonio Abate, Giovanni, Rocco, Gottardo e Maria Maddalena) tutti inquadrati entro archi e piccole colonnine. L’autore non è certo anche se la tradizione locale vorrebbe che i dipinti fossero opera di Antonio Rosso o di un seguace del bellunese di Simon da Cusighe. Nella chiesetta spicca un altare del XVII secolo, con un paliotto in cuoio che raffigura San Gottardo. All’interno della chiesa sono interessanti anche alcuni ex-voto che testimoniano il culto di San Gottardo, un santo germanico la cui venerazione si era diffusa anche oltralpe soprattutto sui monti. Da segnalare il muretto in sassi che circonda la chiesa e che corre lungo la strada. Una delle case più antiche e maggiormente conservata nel  suo complesso è quella che si vede direttamente dalla chiesetta. La facciata dell’edificio è rivolta a meridione e il complesso, costruito con la tecnica del sasso, ricalca la tipologia edilizia della valle bellunese. Sono presenti infatti ballatoi in legno, soppalchi e scale sempre in legno, finestre piccole e rade a nord, più grandi e fitte a sud. L’edificio si sviluppa in tre parti e poteva ospitare più famiglie. Ad oggi è di proprietà privata, mantiene le sue caratteristiche peculiari, anche quella di essere frazionato in più proprietà. Di fronte a questo edificio sorge un’altra casa antica, che però conserva ben poco le sue particolarità edilizie. Nel borgo si possono trovare ancora degli indizi del passato come nei muretti che collegano o dividono le case, nell’orientamento di queste, nel tipico sviluppo a corte.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Non si può non far riferimento alla toponomastica del paese per capire il contesto nel quale è sorto e cos’ha caratterizzato in passato questo piccolo agglomerato di case. La lavorazione della lana della pecora fu per lungo tempo una proficua attività della zona. Le operazioni di lavorazione della lana erano alquanto complesse, e solitamente venivano divise e distribuite tra le famiglie che si concentravano in particolari zone ricche di acqua per svolgere queste operazioni. In particolar modo il processo di follatura ha dato il nome ad alcune località, le quali hanno in comune il fatto di essere ricche di acqua corrente; basti ricordare il Fol di Belluno lungo il torrente Ardo e Follina nel trevigiano lungo il Soligo.
Il paesetto di Follo a Mel nel corso del XV secolo acquistò fama per lavorazione della lana ed era abitato da famiglie agiate, una delle quali (quella dei Liban) fece costruire la chiesa di San Gottardo e Maria Maddalena.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Il paesaggio nel quale è inserito Follo è molto caratteristico, perché leggermente discosto da vie trafficate e inserito tra colline e corsi d’acqua. Merita sicuramente per delle escursioni in bicicletta o a piedi. Nel territorio di Mel sono da segnalare il castello di Zumelle, la necropoli paleoveneta scoperta tra il 1958 e il 1963, a circa un chilometro dal capoluogo, risalente all'età del ferro. I ritrovamenti, in un primo momento, riguardarono circa sessanta tombe formate da cassette di varia dimensione e costituite in lastre d'arenaria marnosa. Inoltre dal 1996 è stato inaugurato nel territorio il museo civico archeologico di Mel.

Commenti/note

Il territorio di Mel, è denso di storia e il suo antico popolamento è riscontrabile sul lungo periodo grazie ai numerosi manufatti di epoche diverse. Il centro storico del paese è bandiera arancione del Touring Club.
Inoltre appuntamenti molto sentiti della zona e che rivestono molta importanza per la loro articolazione sono il “settembre zumellese” e “Mele a Mel”.

Compilatore della scheda

Francesco Visentin / Francesco Vallerani