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Una caratteristica dei villaggi della Valbelluna era la mancanza di piazze o l´importanza secondaria di esse, che, quando esistevano, erano perlopiù di costruzione o formazione recente: gli spazi pubblici erano un tempo scarsissimi e sostituiti dai cortivi, che in questo caso fungevano da spazi di uso collettivo adatti al ritrovo di comunità di tipo familiare patriarcale.
Quasi tutti i villaggi della Valbelluna sono sorti semplicemente dall´aggregazione di più cortivi. La pianta di essi era quindi tale che sarebbe stato sempre possibile scinderli in un numero più o meno grande di unità-moduli, definiti in base all´esigenza determinata dall´unità minima produttiva autonoma, che si faceva corrispondere al nucleo familiare patriarcale.
Il borgo di Rivamaor ne è un esempio tipico e tipologico poiché nonostante le modifiche urbanistiche che hanno caratterizzato gli insediamenti abitativi soprattutto nel corso del XIX secolo ha mantenuto chiara questa particolarità insediativa. Lo si può riscontra in molti moduli di case che ancora oggi sono riunite tra loro attorno ad un cortile rettangolare o quadrato, modulato sulla necessità di cooperazione, indispensabile all´attività agricola ed all´allevamento di un tempo.
Quando vennero concepiti questi sistemi abitativi erano un compromesso fra il villaggio e la casa unifamiliare ed erano rappresentati appunto dal cortivo (unità produttiva minima).
In origine il rustico doveva essere contiguo, ma poi, quando la famiglia si ingrandiva ed aveva la necessità di allargarsi, divenne opportuno costruirlo separato, ortogonale al fabbricato principale e posto ad est di quello principale.
In origine esisteva forse una sola casa allungata o ingrandita per l´aumento della famiglia (patriarcale) e la divisione in diversi rami della stessa; in seguito però, non applicando più la consuetudine di lasciare in eredità l´intera proprietà al primogenito maschio, l´unità familiare andò perdendosi ed il cortivo venne a costituire un agglomerato di più famiglie, senza la necessità che queste fossero strette da legami di parentela. Dalla metà del secolo XIX, venuta spesso a mancare l´appartenenza della casa ad una stessa famiglia, andò scomparendo anche la continuità tra l´abitazione ed il fondo, perché i nuovi proprietari erano di frequente già possessori di appezzamenti propri oppure avevano acquistato solo la casa senza le terre contigue.
In ogni cortivo potevano abitare da venti a cinquanta persone.
La forma di impianto a cortivo non è da confondere con la corte della pianura padano-veneta, poiché, dal punto di vista sociale, rappresenta proprio il contrario, in quanto sottintende la volontà di annullare ogni struttura gerarchica. L´organizzazione a corte ("curtis") nacque invece, in epoca tardo romana, quale struttura funzionale, quando alle case rurali padane vennero aggiunte le barchesse di servizio, ed ebbe la sua espressione monumentale nelle residenze di campagna dei nobili della Serenissima con una precisa distinzione tra la "parte dominicale" riservata al padrone e la "parte rustica" con le case per i salariati, le stalle ed i portici.
Il modello aggregativo a cortivo è inconfondibile ed originato da una concezione diversa anche da quella dalla quale derivano le dimore alpine, nonostante in molte di queste si trovi di frequente, davanti o a lato della casa, un breve spazio in qualche modo recintato con funzione di cortiletto, dove svolgere con tranquillità le operazioni inerenti all´attività rurale e custodire gli strumenti di lavoro. Nel borgo di Rivamaor merita un sopralluogo l’oratorio del Santo Nome di Gesù poiché è inserito proprio in un contesto come sopra descritto. La chiesa probabilmente è del XV secolo, ma lungo la sua storia è stata più volte abbandonata a se stessa e la pala d’altare che ivi era collocata e che presentava San Carlo Borromeo e San Bernardino da Siena inginocchiati che adoravano il radioso monogramma di Cristo è documentata da una riproduzione fotografica e non c’è più. Ora l’oratorio è restaurato e in ottimo stato. |
Descrizione del contesto
di riferimento: |
Il borgo di Rivamaor si trova nella sinistra orografica del fiume Piave, mentre la città di Belluno si sviluppa interamente alla destra. Il borgo si sviluppa alla confluenza del torrente Cicogna nel fiume Piave. Il territorio era ed è pianeggiante e si presta alla coltivazione e all’allevamento. |
Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi) |
Dal borgo si può arrivare fino al fiume Piave poiché poco lontano. Dal fiume il panorama è eccellente perché si gode di una veduta eccezionale della città di Belluno e delle montagne che le fanno da sfondo scenico. |
Commenti/note |
Rivamaor dista meno di dieci minuti dal centro di Belluno e per chi ama le architetture tipiche inserite in un contesto ancora agreste si consiglia caldamente una visita. Inoltre tutta la linea dei piccoli borghi della sinistra Piave sono poco distanziati tra loro e questo potrebbe favorire una escursione per vederli tutti assieme. Rivamaor, Praloran, Cesa, Pieve di Limana solo per citarne alcuni sono dislocati nell’arco di una decina di chilometri. |