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Sito n. Descrizione Località file PDF
49 Località Sacco Perarolo di Cadore  
Architetture Storico Artistiche (ASA) (vedi scheda n. 24)  
 
Veduta del luogo in cui sorgeva il Cidolo. Sulle vecchie testate del manufatto sono visibili gli alloggiamenti delle strutture di sostegno (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)   Il nucleo abitato di Sacco sovrastato dall’arco del Ponte Cadore (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Contesto
  • Arch. peculiari
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Località Sacco

Tipo edilizio:

Complesso di strutture architettoniche

Localizzazione (Comune, Prov):

Perarolo di Cadore, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1758391 - Y: 5143931

Anno di realizzazione:

Il piccolo insediamento si sviluppò durante il XVII secolo nelle vicinanze del Cidolo, in un punto in cui erano già attive alcune segherie.

Progettista:

-

Committenza:

Pubblica e privata

Destinazione originaria:

Il Cidolo aveva la funzione di raccogliere i tronchi provenienti dal Cadore, che poi venivano smistati alle varie segherie e gestiti dai commercianti di legname.

Destinazione attuale:

Zona residenziale

Accessibilità:

libero accesso

Contatto per la visita:

non necessario

Pianta

Gli edifici dell’abitato sono contraddistinti da una pianta a struttura tradizionale

Tecnica Muraria

Le murature presentano parti con pietre a vista ed intonaco tradizionale. Si nota l’uso del legno in diversi edifici del borgo.

Solai

L’accesso è riservato ad esclusivo uso privato

Coperture

Le abitazioni possiedono coperture in metallo o con tegole in laterizio

Pavimenti

Accesso a esclusivo uso privato – residenziale

Scale

-

Arredi interni

-

Decorazioni

-

CONTESTO AREALE DI RIFERIMENTO

Relazione degli edifici
con il contesto fluviale:

Il piccolo nucleo abitato di Sacco (che si trova a poco più di un chilometro di distanza da Perarolo), è situato in una gola in cui il Piave scorre stretto tra due pareti rocciose, e per questo motivo venne scelto come luogo in cui edificare lo sbarramento per il legname. A valle del Cidolo sorgevano degli impianti di segagione.

ARCHITETTURE PECULIARI PER LA LORO RELAZIONE FUNZIONALE CON L’ACQUA

Caratteristiche edilizie
inerenti l’uso dell’acqua:

Il Cidolo, manufatto in grado di trattenere il legname in attesa di essere consegnato alle ditte proprietarie, costituiva uno sbarramento fissato ai due costoni rocciosi situati sulle sponde del Piave. A monte del Cidolo i tronchi rimanevano nel bacino in attesa che si aprisse la saracinesca. Nella zona golenale di Sacco, al di sotto dell’abitato, una segheria era già pronta a lavorare parte del legname appena rilasciato.

Stato attuale:

Il Cidolo è stato smontato subito dopo il secondo conflitto mondiale, mentre la borgata mantiene la sua struttura, anche se gli edifici sono quasi tutti disabitati o utilizzati solo stagionalmente e in parte in stato di abbandono.

Restauri e compromissioni
significative:

Nel punto in cui si trovava il Cidolo ora è presente un piccolo ponte e un edificio di proprietà dell’ENEL con mattoni in vista e strutture in cemento armato che crea un impatto visivo decisamente negativo.

Categoria/parole chiave

Fluitazione  e commercio del legname

Fonti:

Edite

Archivi:

Biblioteca civica di Belluno
Biblioteca civica “Carlo Pais” di Longarone

Bibliografia:

AA.VV., Il Piave, Cierre, Verona, 2000;
S. De Lorenzo, Il Centenaro di Valle di Cadore, Comune di Valle di Cadore, 1998;
G. Caniato, La via del Fiume dalle Dolomiti a Venezia, Cierre, Verona, 1993;
D. Perco, Zattere, zattieri e menadàs. La fluitazione del legname lungo il Piave, Comune di Castellavazzo, 1988
F. Zangrando, Perarolo di Cadore. Dal Cidolo al duemila, Edizioni HBH, Treviso, 1990

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Il Cidolo venne eretto nella seconda metà del 1600, a seguito della richiesta inoltrata alla Magnifica Comunità di Cadore dal perarolese Osvaldo Matteo Zuliani, che rappresentava i commercianti di Venezia e del Cadore. Attraverso il Cidolo di Sacco passavano annualmente, secondo una stima effettuata nel 1875, 210000 taglie e 10000 travi, una grande quantità di legname che proveniva non solo dal Cadore, ma anche dalla Carnia, dal Tirolo e dalla Carinzia. Il Cidolo, proprio per la sua importanza, fu al centro di una controversia che fra il 1864 e il 1868 vide opposti i commercianti di legname e i comuni rivieraschi, con i primi che chiedevano l’utilizzo esclusivo dello sbarramento, cosa che peraltro era già effettiva dal momento che il Cidolo era gestito dalla famiglia Zuliani. Il contenzioso si risolse a favore dei mercanti nonostante le proteste degli enti locali.
Il Cidolo si contraddistingue per l’originalità della struttura, che consisteva in una sorta di ponte coperto ligneo al di sopra del fiume, dal quale si controllavano, per mezzo di una carrucola, i bordonali, cioè i grossi pali in legno di larice che servivano per bloccare o rilasciare il legname accumulato nel bacino. Il fabbricato, che venne distrutto da una piena nel 1748 e ricostruito l’anno successivo, continuò la sua attività fino ai primi decenni del 1900, quindi fu smantellato dalla SADE nel 1947. La società di gestione dell’energia elettrica ritenne necessaria la demolizione del Cidolo per consentire i lavori di realizzazione dell’opera idroelettrica Piave-Boite-Vajont, nonostante il parere contrario della Prefettura di Belluno e della Soprintendenza ai monumenti del Veneto. Allo stato attuale sono riconoscibili le due testate su cui poggiava il manufatto e che attualmente sorreggono il ponte in cemento.
A Sacco, un centinaio di metri a valle del Cidolo, sulla sponda destra del Piave, sorgeva la segheria Burrei, seguita, poco a monte del porto di Perarolo, dagli impianti di segagione del Bianchino, stabilimenti oggi scomparsi.

Descrizione del contesto
di riferimento:

La località di Sacco, raggiungibile da Perarolo percorrendo un breve tratto della strada Cavallera, è disposta sul fondovalle, in corrispondenza di un’ansa disegnata dal Piave subito dopo la strettoia dove si trovava il Cidolo. Si tratta di un luogo particolarmente suggestivo, dal quale si può osservare dal basso il grande arco del Ponte Cadore che attraversa il canyon formato dal fiume.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Risalendo da Sacco verso Perarolo si incrocia la strada Cavallera, storica via di comunicazione verso Pieve di Cadore, sulla quale sorge l’interessante chiesa di S.Rocco.

Commenti/note

Il termine Cidolo, significherebbe “carrucola”, come lo strumento che serviva a manovrare lo sbarramento: la parola deriverebbe dal greco gyros, che avrebbe originato il vocabolo latino gyrulus e quindi il friulano cidule, che identifica proprio la carrucola.
Un Cidolo di minori dimensioni si trovava lungo il Boite. E’ documentato come attraverso questo sbarramento passassero circa 60000 taglie all’anno, fino alla sua dismissione, avvenuta nel 1913, per consentire la costruzione del ponte della ferrovia Perarolo-Calalzo di Cadore.

Compilatore della scheda

Lucio Bonato / Francesco Vallerani