Valori ambientali e paesaggistici: |
La valle a nord di Giavera chiusa e poco accessibile, il bosco, le grotte e la sorgente hanno alimentato fin dai tempi antichi le più strane e suggestive leggende. Vari erano i personaggi che la popolavano e che Gerolamo Bologni (1454-1517) nella poesia "Glaura" (Giavera, nome del torrente che sgorga nella valle) evoca con il nome di Satiri, Fauni, Driadi, Ninfe. Il popolo, che non conosceva queste figure mitologiche, ne avvertiva comunque la presenza nella valle e le denominava in modo diverso: fave o fate, lumiere, anguane, Mazariol. Quest'ultimo era un folletto burlone e scanzonato, vestito di rosso e autore di scherzi atroci ai danni dei contadini e dei viandanti solitari.
Il Montello è situato lungo la propaggine meridionale delle prealpi venete. Esso è costituito da un substrato litoide in conglomerato poligenico a cemento calcareo, con intercalazioni argillose ed arenacee di età messiniana. Il conglomerato si presenta in banchi di spessore da 0,5 a 6 m, con ciottoli di 5 -1 0 cm di diametro. I passaggi con le altre fonnazioni al letto ed al tetto sono netti con frequenti strutture incrociate, tipiche dei depositi continentali. Tutta la struttura è piegata in ampia anticlinale, il cui asse tettonico coincide con quello orografico del colle. La giacitura degli strati è ondulata, con piano assiale verticale diretto E-W, tipo anticlinorio (Cucchi, Martinis). Secondo indagini effettuate per la ricerca petrolifera, il fianco sud dell'anticlinale assume i caratteri di piega faglia inclinata verso NW. La copertura superficiale è costituita da un terreno rossastro di alterazione ricco in ossidi di ferro ed alluminio, il cui spessore è variabile da pochi centimetri sulle culminazioni a qualche metro delle depressioni.
Per quel che riguarda la vegetazione l’area del Montello è caratterizzata da:
Vegetazione mesofila
Si tratta dell'aggregazione più estesa lungo Montello e il bacino del Piave, tra la bassa pianura e il piano montano inferiore. Si ritrova su suoli fertili in un clima temperato con valori medi di umidità, temperatura e luminosità. Le forme sono di tipo forestale, naturali o artificiali, e prativo artificiale. Si rinvengono:
- Boscaglie esotiche a robinia prevalente. Sono una costante nelle golene di pianura e in ambiente collinare, in cui flora esotica si mescola a flora autoctona. Oltre alla robinia si ritrova il gelso (Morus alba), ailanto (Ailanthus glandulosa) e arbusti come vite americana (Vitis labrusca), caprifoglio del Giappone (Lonicera japonica). Particolare forma arbustiva dell'alta pianura è la falsa gaggia (Amorpha fruticosa) e l'albero delle farfalle (Buddleya davidii).
- Querco-carpineti. Si sestendono sui versanti collinari freschi e basse pendici prealpine. Anche se spesso inquinati da specie infestanti, gli elementi tipici sono farnia (Quercus pedunculata), rovere (Quercus sessiflora), frassino padano (Fraxinus oxycarpa), carpino bianco (Carpinus betulus); tra gli arbusti pallon di maggio (Viburnum opulus), corniolo (Cornus mas), fusaggine (Evonymus europaeus), edera (Hedera helix); tra le erbacee anemone bianca (Anemone nemorosa), pervinca (Vinca minor), primula comune (Primula vulgaris) e campanelle comuni (Leucojum vernum).
- Castagneti. Sui suoli del Montello e sul versante meridionale prealpino. Accanto al castagno (Castanea sativa) ospita rovere (Qurcus sessiflora), acero di monte (Acer pseudoplatanus) e ciliegio (Prunus avium); nel sottobosco si rinvengono vitalba (Clematis vitalba), lantana (Viburnum lantana), biancospino (Crataegus oxycanta), con felce aquilina (Pteridium aquilinum), anemone fegatella (Hepatica nobilis) e campanula selvatica (Campanula trachelium).
- Prati falciabili di pianura e collina a arrenatereto ad avena altissima (Arrhenatherum elatius). Questa flora, di protezione degli argini e dei prati falciabili nelle golene, è costituita da un centinaio di specie e è caratterizzata dalle dense fioriture stagionali.
- Prati-pascolo montani a triseteto. Si ritrovano sulle dorsali e i versanti prealpini e sono dovuti alla pratica dello sfalcio e di sfruttamento a pascolo.
Vegetazione xerofila
Costituita da aggregazioni floristiche differenziate distribuite tra l'alta pianura e il bacino montano. I suoli possono essere formati da ghiaie e sabbie fluviali, ferretto collinare o terriccio acido e interstiziale delle aree montane calcaree; il clima varia da temperato e microtermico a continentale. Si rinvengono forme a praterie, arbusteti e boschi:
- Boscaglie a olivello spinoso delle grave di pianura. Arbusteti radi e di medio sviluppo in cui all'olivello spinoso (Hippophae ramnoides) si associano salice ripaiolo, pruno spinoso (Prunus spinosa) e biancospino (Crataegus monogyna).
- Orno-ostrieti collinari e pedemontani. Sui versanti caldi e asciutti della collina e della pedemontana, si ritrovano roverella (Quercus pubescens) e più frequentemente orniello (Fraxinus ornus) e carpino nero (Ostrya carpinifolia).
- Brometi montani. Sono le forme più aride del prato-pascolo collinare, sviluppate su versanti ad elevata pendenza. Si ritrovano bromo eretto (Bromus erectus), vulneraria comune (Anthyllis vulneraria), garofano dei certosini (Dianthus carthusianorum), erba querciola (Teucrium chamaedrys), eliantemo (Helianthemum nummularium), olearia peperina (Filipendula vulgaris) e vedovino selvatica (Scabiosa columbaria).
Creano inoltre habitat particolari orti e giardini del contesto urbano ai piedi del colle, le colture agricole promiscue, brevi incisioni vallive sui pendii, raramente con sorgente carsica perenne, fondi di dolinee valli chiuse di carattere umido e microclima più freddo (microtermo) spesso con ampie radure prative e boschi radi sul fondo, fondi di doline e valli carsiche con rare pozze o stagni d’acqua perenne e vegetazione acquatica persistente, pozzi carsici e grotte orizzontali con presenza o assenza di corsi d’acqua perenne sul fondo.
Per quanto attiene le specie faunistiche tipiche ed occasionalmente rilevabili si rimanda agli elenchi relativi alle Grave del Piave ai quali si aggiungono in particolare tra i mammiferi la nottola (Nyctalus notula), il pipistrello ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), tra gli uccelli il succiacapre (Caprimulgus europaeus) e tra gli invertebrati il coleottero cervo volante (Lucanus cervus) e alcune specie molto rare di altri coleotteri quali: Briaxis rugosicollis, Anillus sederai spp., Amaurops burlinii (endemico).
Inoltre ben cinque sono le specie endemiche di insetti trogloli, sempre coleotteri, della famiglia dei carabidi presenti sul Montello: Orotrechus montellensis, O. messai, O. holidausi marginalis, Orostygia doderoi doderoi, Spelabraeus infidu. |