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Sito n. Descrizione Località file PDF
193 Canapificio Veneto Antonini-Ceresa & Zorzetto Crocetta del Montello  
Archeologia Industriale (AI) (vedi scheda n. 91)  
   
Veduta del Canapificio. Foto: Archivio fotografico del Centro Civiltà dell’Acqua

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Canapificio Veneto Antonini-Ceresa & Zorzetto

Tipo edilizio:

Opificio idraulico, “company town”

Localizzazione (Comune, Prov):

Parte in Comune di Crocetta del Montello, parte in Comune di Cornuda, TV, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1735468 - Y: 5079954

Anno di realizzazione:

1882

Progettista:

Ing. Govanni Marini

Committenza:

Ditta Antonini, Ceresa & Zorzetto

Destinazione originaria:

Filatura della canapa, prevalentemente per cordame

Destinazione attuale:

Industriale, attività diverse. Proprietà privata

Accessibilità:

Da Via Canapificio, (al civico 3, la sede della Tipoteca, posta a lato dell’ accesso originale del Canapificio) in comune di Cornuda, (TV). Il complesso ora è frazionato e di proprietà privata, è possibile accedervi solo per quanto riguarda gli attraversamenti interni.

Contatto per la visita:

Non essendovi percorsi di visita, non c’è un ente che gestisca tale flusso. Informazioni più dettagliate per quanto riguarda la struttura e la sua storia possono essere reperite presso la locale Società di Mutuo Soccorso.

Pianta

7 edifici, (i principali compresi nell’ area produttiva), a pianta prevalentemente rettangolare.

Tecnica Muraria

Prevalentemente a calcestruzzo intonacato

Solai

La maggior parte degli edifici era ad un solo piano, ove presenti in legno

Coperture

Prevalentemente a “shed”, ma anche in capriate in legno (in originale)

Pavimenti

-

Scale

-

Arredi interni

Presenti numerosi pilastri in ghisa, per la zona produttiva

Decorazioni

-

Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Essendo ancora zona di produzione, numerosi sono stati gli ampliamenti e adeguamenti, che non hanno ancora però compromesso la struttura originale del manufatto.

Categoria/parole chiave

Filanda, “company town”

Fonti:

Edite

Archivi:

-

Bibliografia:

D. Zadra, Il Canapificio Veneto a Crocetta del Montello, in Archeologia Industriale nel Veneto, Giunta Regionale del Veneto, Silvana Editoriale, 1990
A. Bondesan, G. Caniato, F. Vallerani, M. Zanetti, Il Piave, Cierre Edizioni, 2000

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Il luogo specifico del complesso è posto tra il canale Brentella che lo limita ad est e il torrente Nasson che lo delimita ad ovest e a sud. Verso nord l’area è chiusa dalla strada che collega Crocetta del Montello a Cornuda. Parallelamente al canale si snoda la strada provinciale Erizzo. Percorrendo questa strada, la prima immagine che il canapificio offre è quella di un susseguirsi di elementi architettonici simili, che sembrano misurare lo spazio interno. E’ la prima immagine, ma anche la più forte, che simboleggia l’elemento che ha maggiormente influito nella crescita dello stesso abitato di Crocetta.
Non è possibile parlare per il Canapificio di qualità architettonica, o di stile, perché l’intero complesso è sorto in tempi diversi, e non presenta quindi un disegno complessivo unitario.
Il primo nucleo industriale sorse dopo l’acquisizione nel 1882 da parte di Andrea Antonini, con altri quattro soci, del mulino-segheria, (che funzionava con la spinta dell’ acqua del canale) appartenuto alla famiglia Guillon-Mangilli. Con l’acquisto del mulino, venne richiesta al Consorzio Brentella la possibilità di utilizzazione delle acque per far alimentare un nuovo stabilimento, il Canapificio. Il padre di Andrea, Antonio, gestiva già a Venezia una corderia di modeste dimensioni; il figlio visitando, i luoghi, noto i presupposti per potervi costruire una fabbrica di maggiori dimensioni (la presenza del canale, con grande energia a disposizione; terreni incolti, quindi spazi per nuovi edifici; gente senza lavoro, dunque ampia disposizione di manodopera).
Avuta la concessione, l’8 maggio 1882 ebbe luogo la posa della prima pietra del Canapificio, e già nel maggio del 1883 lo stabilimento cominciò a funzionare, con 700 operai. Il problema di dare alloggio ad almeno una parte della manodopera, prevalentemente femminile, proveniente dai paesi limitrofi venne dapprima risolto con la costruzione di un dormitorio diretto da suore, con una mensa interna; ma già nel 1890 vennero erette alcune case operaie, in via Sant’Anna. Inizialmente il Canapificio, insieme con le progettate urbanizzazioni, avrebbe dovuto crescere verso Cornuda, dov’era in costruzione la ferrovia; ma per contrasti sorti tra i due comuni l’espansione non venne permessa. Nel 1901, con l’ acquisizione di una nuova centrale, detta del “salto del gallo”, Antonini ampliò il Canapificio a Nord; la forza lavoro raddoppiò e da 700 si passò a 1500 operai. Vennero costruite altre case, un forno, una filanda con dormitorio, l’asilo e si destinò un’area alla coltivazione di ortaggi da vendere agli operai. Nel 1908 si assisté all’ ultimo sviluppo, dovuto anche questo all’aumento della forza motrice derivante da un’altra centrale (a sud, vicino al salto dell’ ex Molino Dall’ Armi). Nel 1920 la ditta cambiò proprietari e denominazione, diventando Linificio e Canapificio Nazionale con sede amministrativa a Milano. Il Canapificio continuò la sua produzione, ma dalla seconda guerra mondiale ebbe inizio la sua decadenza, fino ad arrivare, al 1967, alla chiusura di ogni attività.
Imboccando via Sant’Anna, attraversando il canale e costeggiandolo ci si trova all’ingresso dell’area del Canapificio, ma oggi lo si può soltanto intuire, non essendovi più la porta vera e propria, affiancata dalla portineria; rimangono il campanile con l’orologio, simbolo temporale del lavoro, e una strada, che percorre gli spazi liberi dai manufatti.
Gli edifici della produzione presentano una struttura portante puntiforme (colonne in ghisa per gli appoggi intermedi alle travi in ferro, che sostengono le coperture prevalentemente a shed) e sono collegati tra loro da corridoi; si differenziano da quelli di immagazzinamento delle merci per la diversità delle strutture  (pilastri in muratura e capriate in legno). La forma, la dimensione e la maglia strutturale dei vari corpi dipendono dal tipo di lavorazione, dal numero e dalla misura delle macchine utilizzate. L’edificio parallelo al canale, la carderia, con una maglia pressoché regolare di metri 5,20 x 4 costituiva il reparto della prima lavorazione, dove la canapa veniva battuta per separare le fibre dal resto della materia. Proseguendo si trovavano i locali adibiti alla pettinatura, dove la pianta pestata veniva pettinata per selezionare e ordinare le fibre. Le fibre poi passavano alla preparazione; la filatura forniva il filato necessario alla torcitura, e quindi alla spagheria; seguivano i locali per la confezione e spedizione. Esisteva anche una corderia, distrutta durante la guerra. I magazzini erano localizzati nella parte nord dell’ area, più vicini quindi all’accesso, sia per la spedizione che per l’arrivo di merci. Al centro, accanto alla pettinatura, sorgevano un magazzino e l’officina fabbri.
Oggi questi edifici sono utilizzati per varie attività produttive, che non hanno alcuna relazione con quelle originarie. Il complesso industriale si pone come elemento a se stante nei confronti del paese, come una piccola città murata, con frontiere più o meno evidenti su tutti i lati. La configurazione attuale, appare dunque isolata e impenetrabile, come se si trattasse di un recinto. Lo stato di conservazione delle parti edificate è abbastanza rassicurante. Nonostante le continue aggiunte, la persistenza delle originarie strutture verticali continua a caratterizzare tutti gli edifici di maggior ampiezza e pregio.

Descrizione del contesto
di riferimento:

L’area geografica su cui sorge il complesso del Canapificio è caratterizzata dalla presenza di tre elementi legati alla storia della Serenissima: il Montello, con l’antico “bosco da remé”, della Repubblica, il fiume Piave, il canale Brentella, opera irrigua derivata dal Piave iniziata a partire dal lontano 1436.
A questi va ad aggiungersi, in tempi più recenti la presenza della ferrovia TV-BL, che corre a poche centinaia di metri, a Cornuda.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

A Crocetta sopravvive la Società di Mutuo Soccorso “Lodovico Boschieri”, strettamente legata, per origine e storia al Canapificio Veneto. Possiede un archivio storico rilevante che comprende documenti della Società stessa, del Canapificio e della locale Scuola Arti e Mestieri.  www.somscrocetta.it
All’ interno di alcuni edifici del complesso del Canapificio trova sede la Tipoteca Italiana con il suo “Museo del Carattere e della Tipografia”, luogo unico nel suo genere, di rilevanza mondiale per la conservazione e lo studio del carattere e della tipografia. www.tipoteca.it
A sud, a pochi metri dal limite del canapificio sorge Villa Ancillotto, sede di antica filanda,ora sede del Museo Civico di Crocetta del Montello www.ecomuseoglobale.it

Commenti/note

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Compilatore della scheda

Francesco Antoniol